Indiani metropolitani forever,ovvero INDIANIDENTRO

Mi chiamo INDIANOdENTRO.
Parlerò a titolo strettamente personale.
Perciò parlerò a nome degli Elfi del bosco di Fangorn, dei Nuclei Colorati Risate Rosse, del MPFA (Movimento Politico Fantomatico Assente), delle Cellule Dadaedoniste, di Godere Operaio e Godimento Studentesco, dell’Internazionale Schizofrenica, dei NSC (Nuclei Sconvolti Clandestini), dei Centri per la raccolta delle veline piatte, della Tribù di Cicorio, dei Cimbles e di tutti gli indiani metropolitani.

Uniti nell’idea comune che il lavoro rende liberi e belli, l’ultimo degli indiani lancia il suo proclama per redimere la gioventù bruciata e metterla al lavoro per mezzo di:

  • incremento delle vocazioni sacerdotali e monacali, oltre che poliziesche;
  • rimboschimento delle montagne calve dell’Appennino e delle isole;
  • ripulitura dei volumi giacenti nelle biblioteche pubbliche, pagina per pagina, secondo l’indicazione di Berlusconi;
  • muratura dei covi della sovversione e del caos; costituzione di gruppi di animazione edificante per giovani emarginati ed emigrati;
  • distribuzione agli studenti fuori corso di mezzo ettaro di terre vergini in Irpinia, Aspromonte e nelle Madonie;
  • associazionismo televisivo e protezione della velina depressa;
  • ritrovamento definitivo dei residuati bellici della prima e seconda guerra mondiale;
  • salvaguardia dell’azione lenitiva per i preti pedo-educativi;
  • costituzione di centri di rieducazione morale per impiegati comunali assenteisti.

    Alto l’urlo s’alzerà nel cielo della Notte Bianca rivendicando il mio essere egoista, l’agre solo per me stesso.
    Rivendico la mia dimensione molecolare e psiconomade, un po’ aristocratica e molto firriata.
    Tutto questo perché sacrificarsi non basta, occorre immolarsi ed io m’immolo.

    31 dicembre 1977 (2007)

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